Inno alla vita

 

 

Friedrich Nietzsche, pensatore ateo diceva:

”Io non credo, crederei molto di più se voi cristiani aveste maggiormente la faccia da salvati”

 

 


Il sorriso luminoso rafforzato da due splendi occhi di colore azzurro (poco visibili in questa immagine), caratterizzano la gioia da salvata di Silvia, una splendida ragazza che emana gioia ma fermezza da tutti i pori.

Per parlare di lei avevo scritto un primo articolo che, giustamente, mi ha bocciato perché troppo imperniato sui problemi che preciserò più avanti e non sulla gioia di vita e sull’allegria che trasudano da tutti i suoi pori di ventiseienne con sei fantastici fratelli.

Se fosse stata fatta un’ecografia nei primi mesi di gestazione della madre e se avesse avuto dei genitori più irresponsabili e con meno fede di mamma Fausta e papà Giancarlo, sarebbe stata probabilmente abortita.

Che futuro si poteva regalare a una bambina che sarebbe nata senza gambe, con un solo braccio e con un moncherino al posto dell’altro?

Uccidiamola prima che nasca, così non dovrà soffrire troppo.

Questa volta al Maligno è andata proprio male.

Silvia con la sua grande voglia e gioia di vivere e forza di combattere, oggi è una ragazza stupenda con tre arti artificiali ma perfettamente funzionanti e che emana tanta allegria quando si parla e si comunica con lei.

Il suo sorriso parla al cuore più di qualunque rumore o vocio assordante.

Non ho avuto il piacere di conoscere i suoi sei fratelli che oltre ad aiutarla da un punto di vista organizzativo l’hanno aiutata a crescere anche da un punto di vista umano.

Tra l’altro è diventata anche una valida programmatrice che riesce a sottomettere alla sua volontà anche i computer, a volte troppo bizzosi.

L’ammiro anche perché oltre al Calvario sopportato (le sono stati impiantati tre arti artificiali mediante operazione chirurgica), ha accettato l’umiliazione e i problemi relativi nell’affidarsi all’aiuto degli altri (quando serve).

Per esempio, essendo una boyscout, ha fatto le gite previste e quindi ha dovuto farsi portare dai suoi amici su una portantina adatta, su per le Dolomiti in una gita programmata.

Adesso devo lasciarla, perché ha un appuntamento dove ci andrà con la sua macchina.

Nel salutarla mi sto domandando perché tanta gente, proprio al suo opposto, è stanca ed annoiata della vita.

Bisogna, invece, rendersi conto che aveva ragione Einstein (lo scienziato) quando diceva che occorre capire che ogni momento della nostra vita è un miracolo (anche se ci mancano due gambe e un braccio).