Il Catechismo della Chiesa Cattolica
versione condensata

Il Cristianesimo è l'annuncio di una buona notizia: Dio si è rivelato a noi con parole e gesti tramite Cristo che è la Parola di Dio fatta carne.

A Dio che si rivela è dovuta l'obbedienza della fede che raggiunge il suo apice nell'incontro con Cristo, che, affinché sia proficuo, deve anche migliorare e approfondire le nostre conoscenze, per esempio, con l'analisi della sua dottrina mediante lo studio di questi appunti tratti dal "Catechismo della Chiesa Cattolica".

 

1)

DIO SI RIVELA

 

L'uomo in questa vita, oltre a seguire le proprie necessità, ha il dovere, come prima cosa, di cercare e conoscere Dio allo scopo di amarlo con tutte le sue forze, perché nella vita futura ciò sarà la sua unica felicità. Questo non solo ce lo chiede Dio, ma serve anche a noi, anzi è una cosa per la quale ci dobbiamo impegnare utilizzando il suo aiuto, perché non esiste niente di più importante che amare e seguire chi, avendoci creato, ci può (e vuole) aiutare. L'uomo, anche se non lo percepisce, ha il desiderio innato di conoscere Dio, e di porsi in comunione con Lui, infatti la ricerca di un dio (Es. 32, 1-6) e la presenza di molte religioni sulla terra ci dimostra che l'uomo ha sempre avuto la necessità di cercare un essere a lui superiore, origine di lui e delle sue cose e sulle cui spalle appoggiarsi, ma specialmente con la cui presenza spiegare i fenomeni incomprensibili (infatti, per esempio, nell'antichità, figurando Giove Pluvio, si credeva di spiegare sia la pioggia che i fulmini e i tuoni).

Purtroppo oggi l'uomo si illude di poter capire tutte le cose sperimentabili (ma non certo quelle spirituali) e il bisogno di Dio si è affievolito, anzi in molti si è cancellato. Come sappiamo dalla Bibbia, Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza (Gn. 1-26). Ciò non significa che Dio ha due braccia, due gambe ecc., ma piuttosto che la nostra realtà spirituale (la nostra anima o meglio il nostro spirito) è a sua immagine e somiglianza.

L'uomo avrebbe grosse difficoltà a conoscere tutto ciò che va saputo su Dio con l'uso della ragione, ma Lui stesso si è rivelato e ci ha spiegato tutto ciò che è necessario conoscere di Lui.

Dio si è rivelato conducendo la storia di un popolo: il popolo d'Israele; questa storia è custodita in un testo: la Bibbia.

Tutta la rivelazione trova il suo culmine e la sua pienezza in Gesù Figlio di Dio fattosi uomo.

Come dice il Vangelo, Dio ha detto tutto tramite il suo Verbo [che si è incarnato in Gesù, che è il Verbo di Dio (GV. 1,1)], in effetti avendo già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi, ultimamente ha parlato a noi per mezzo di Gesù (Eb. 1, 1_2). Affinché queste parole rimanessero chiare sono state tramandate attraverso la tradizione apostolica e le tradizioni della Chiesa.


Tutta la Chiesa ha il deposito della fede e alla sua autorità viene affidata l’interpretazione della Sacra Scrittura.

Tra l’altro alla Chiesa viene affidato il dovere di credere e annunciare determinate verità che vanno accettate anche se non spiegabili o sperimentabili e che quindi vengono dette dogmi di fede.

Tutta la Sacra Scrittura proviene da Dio e ha lo scopo di preannunciare e vivere la realtà della venuta di Gesù e per questo, in quanto ispirata da Dio, non può contenere errori, infatti, data la sua origine, tutte le cose che contiene non possono essere sbagliate per quanto riguarda la fede ed in esse dobbiamo credere.

La Bibbia può contenere errori tecnici (per esempio - ma ne esistono altri - in Levitico 11,6 è detto che la lepre rumina, il che non è vero), ma, in sintesi, tali errori non hanno alcuna correlazione con la nostra fede (in altre parole, per esempio, il fatto che la lepre rumini o meno non tocca minimamente la mia fede).

Tutta la Sacra Scrittura è incentrata sull'attesa prima e sulla manifestazione poi della figura di Gesù Cristo e si può dire che Dio è il vero autore di essa, gli autori materiali sono solo coloro che, ispirati da Dio, l'hanno scritta.

Per maggior precisione, si dice che lo Spirito Santo è l'ispiratore e l'interprete della Sacra Scrittura.

I libri della Bibbia si possono dividere in due gruppi: il Vecchio e il Nuovo Testamento. Il primo preannuncia e il secondo descrive la vita di Gesù su questa terra e tutto ciò che è seguito alla sua Ascensione (cioè quando è salito al cielo ovvero quando si è riunito al Padre).

I libri del Vecchio Testamento sono: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio (questi cinque formano il Pentateuco), Giosuè, Giudici, Ruth, due libri di Samuele, due libri dei Re, due libri delle Cronache, Esdra e Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, i due libri dei Maccabei, Giobbe, Salmi, Proverbi, Qoèlet (Ecclesiaste), il Cantico dei Cantici (che descrive l'amore tra uno sposo e la sua sposa, immagine di quello di Gesù per la Chiesa), la Sapienza, il Siracide (Ecclesiastico), Isaia, Geremia, le Lamentazioni, Baruc, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.

I libri del Nuovo Testamento sono: i Vangeli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni, gli Atti degli Apostoli (scritti da S. Luca), le Lettere di San Paolo, la lettera di Giacomo, le lettere di Pietro, le lettere di Giovanni, la lettera di Giuda, l'Apocalisse (di S. Giovanni).


2)

CHI È DIO

La Fede è la cosa più importante per un Cristiano: Gesù ha fatto i miracoli solo a chi aveva Fede, infatti, per esempio, quando Pietro ha cominciato a dubitare, ha cominciato ad affondare nell'acqua lui, che per un miracolo, ci stava camminando sopra (Mt. 14, 22-33).

Tutti i credenti hanno come padre Abramo perché lui, per Fede, ha creduto a Dio che gli aveva preannunciato un figlio quando sua moglie non poteva più averne per l'età (Gn. 17,19) e per Fede quel suo unico figlio si è dimostrato pronto a sacrificarlo a Dio (Gn. 22,1-18).

La Madonna, per fede, ha accettato, ubbidendo al Padre, che suo Figlio fosse sacrificato davvero.

La Fede è un dono che Dio dà a tutti (è però necessario che ci si impegni), è un atto umano che deve superare la nostra capacità di capire, deve essere libera necessaria e perseverante ed è una virtù cosi importante che noi recitiamo il Credo in ogni Messa col quale elenchiamo le cose in cui, come cristiani, dobbiamo credere.

In pratica la Fede è un metterci nelle mani di quella Persona di cui ci fidiamo (per esempio mi metto nelle mani di un medico che, fidandomi, so che può curarmi, mi metto nelle mani di un operaio che, per mia fiducia, so che può eseguirmi quel lavoro di cui ho bisogno oppure mi fido e mi affido a Dio, che so che è l'unico che può dare la soluzione ai miei problemi se è sua volontà farlo in questo mondo e per il mio bene).

Cominciando ad esaminare il Credo, sappiamo che la prima realtà in cui dobbiamo credere è Dio (da cui ha origine tutto: le cose visibili (sperimentabili) o invisibili, cioè, per esempio, la Terra o la bontà, la bellezza, l'umiltà ecc.).

Dio a Mosè ha rivelato il suo nome: "Io sono Colui che sono" (Es. 3,14) (altra traduzione è “Io sono Colui che esiste” che significa che Lui è l'origine di tutto ciò che è, infatti per il solo fatto che una cosa o una realtà esista, per questo motivo ha origine da Dio, quindi, poiché tutto ciò che esiste ha una causa che l’ha generato, la causa dell’esistenza di Dio è Lui stesso). In ebraico antico "Io sono" si esprimeva con la parola Yahvé, ma, poiché in questa lingua si usava non scrivere le vocali, il suo nome veniva scritto YHWH (dalla lettura senza vocali di questo nome, per un'errata vocalizzazione, è nata l'espressione Yeovah da cui ha preso il nome la setta dei testimoni di Geova).

Che Gesù sia Dio è evidente perché ce l'ha detto lui, infatti (Gv. 8,58) ha detto di se stesso "Io sono", e questo, come è detto sopra, è il nome che Dio si dà (Es. 3,14). Ora è evidente che Gesù, ben sapendolo, non poteva attribuirsi il nome di Dio "per caso", ma perché, conoscendo questo nome, lo confermava, comunque l'aveva già detto in Gv. 8,28 ed inoltre ce lo ribadisce più esplicitamente il Vangelo di Giovanni "...e il Verbo era Dio" [dove sappiamo che il Verbo, da una precisa lettura del Vangelo, è Gesù (GV 1,1).


Fin dall'antico testamento Dio è un Dio di misericordia e di pietà ed Egli è Verità ed Amore.

Dall'analisi delle Scritture, (p. es. Gn. 18,1-10) e in particolare del Vangelo, risulta che Dio è uno solo ma in tre persone (Gv 10,30): il Padre, Il Figlio (incarnatosi in Gesù) e lo Spirito Santo. Per essere più precisi facendo riferimento al Credo possiamo notare che il Figlio non è stato creato dal Padre (che ha creato tutto), ma è stato da Lui generato (cioè il Padre dà origine dall'eternità al Figlio). Per capire meglio il senso del termine "generato" possiamo notare che ciascuno di noi, per esempio, genera, cioè dà origine (non certo crea) ai propri pensieri.

Lo Spirito Santo procede dal Padre attraverso il Figlio (come da me, per esempio, procede il mio cervello tramite il quale genero il miei pensieri e miei pensieri modificano me e il mio modo di essere).

Comunque, riguardo al fatto che il Padre e il Figlio siano una cosa sola e uniti, valgono le parole del Vangelo "Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me" (Gv. 14,11).

Quindi il Dio in cui i cristiani credono è la S.S. Trinità che non esprime l'esistenza di tre dei ma la comunione delle tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo nell'unico Dio. Può essere abbastanza indicativo l'episodio che si racconta di S. Agostino che, passeggiando assorto su tale mistero in riva al mare, vide un bambino (in realtà un angelo) che con un secchiello cercava di riempire una buca scavata versando l'acqua in tale buca. "Che fai?" chiese S. Agostino, "Cerco di vuotare tutto il mare travasandolo nella buca per riempirla e svuotare completamente il mare". "Impossibile" replicò S. Agostino. "È più facile riuscire a versare tutto il mare in questa buca piuttosto che riuscire a capire il mistero della Trinità" rispose il bambino-angelo.

 

Talvolta Dio può sembrare assente ed incapace di impedire il dolore e la sofferenza; in realtà. ciò non è vero perché, prima di tutto, Dio rispetta ad ogni costo la nostra libertà, (anche se, per mezzo di questa, facciamo il male) poi inoltre, in conseguenza del peccato originale, l'uomo (che ha voluto essere artefice delle proprie scelte e non seguire più quelle ispirate da Dio) si è messo nella condizione di soffrire e dover lottare contro le cose o gli eventi (Gn. 3,16-19).

Anche se non ce ne accorgiamo, Dio ci aiuta e questo aiuto viene chiamato Provvidenza.


 

3)
DIO CREA L’UOMO LIBERO

 

Come noto, Dio, oltre al mondo invisibile, ha creato anche il mondo visibile (cioè ciò che possiamo sperimentare perché cade sotto i nostri sensi), poi ha creato l'uomo, come prima descritto, a sua immagine e somiglianza.

L'uomo è fatto di anima e di corpo (o anche di spirito e di corpo) che, finché l'uomo è vivo, devono essere considerate in maniera inscindibile perché formano un'unica realtà. Dio, creando l'uomo, "maschio e femmina li creò" (Gen. 1,27).

Il primo uomo (tentato dal diavolo), nella sua libertà (benché avvisato da Dio) ha scelto il peccato (il primo peccato è stato il voler essere lui a voler decidere cosa fosse bene e cosa fosse male) (Gn. 3,1-6) mettendosi di conseguenza contro il volere di Dio e desiderando essere a Lui uguale. Ma Dio, nella sua infinita bontà, non ha lasciato che l'uomo si rovinasse, ma ha voluto (benché ciò Gli costasse un enorme sacrificio) ricostruire ciò che gli uomini avevano distrutto, inviando a noi suo Figlio.

La Sacra Scrittura parla anche degli angeli: sono esseri dotati di spirito ma non di corpo e hanno svariati compiti nel regno dei cieli o in casi particolari nel nostro mondo (vedi per esempio l'angelo custode o l'angelo Gabriele che fa l'annuncio a Maria (Lc. 1,26-38)).

Gli angeli sono degli spiriti buoni, creati da Dio, ma alcuni, forse quelli creati tra i più belli, insuperbendosi per la bellezza della loro essenza, si sono ribellati a chi li aveva creati e gli si sono messi contro; in seguito a questa ribellione hanno preso il nome di diavoli diventando a lui ostili. Hanno cercato di far opporre a Dio altri esseri creati (e ci sono riusciti con gli uomini). Infatti (come abbiamo già visto) il diavolo ha imbrogliato l'uomo (Adamo, il primo) facendogli credere che il decidere cosa fosse il bene e cosa il male dipendesse da una sua scelta (Gn. 3,1-6), e, con questa ribellione, gli ha fatto compiere il primo peccato (tra l'altro di superbia) (chiamato peccato originale sia perché è stato il primo peccato sia perché ha dato origine agli altri peccati) e le cui conseguenze si sono trasmesse a tutti i discendenti nello stesso modo che molti caratteri mantengono la loro ereditarietà (come per esempio da genitori con gli occhi azzurri nasce sicuramente un figlio con gli occhi azzurri o da genitori con qualche tara o malattia particolare nasce sicuramente un figlio con la stessa tara o malattia).

Le conseguenze del peccato originale possono essere annullate dal Battesimo.

Se ci si domanda perché Dio non ha impedito al primo uomo di peccare, la risposta la possiamo trovare pensando che Dio ha sempre tenuto in gran conto e rispettato la nostra libertà e in conseguenza di questo piuttosto ha accettato di sacrificare il Suo Figlio Unigenito (cioè l'unico Figlio di Dio) perché questo sacrificio, che è costato tantissimo dolore e sangue, potesse salvarci.


Un altra realtà in cui dobbiamo credere riguarda sia la remissione dei peccati (il Battesimo è il primo e principale sacramento per il perdono dei peccati perché ci unisce a Gesù; la Confessione è l'altro sacramento che ce li rimette e solo con tutti i peccati rimessi si potrà essere salvi). Tale potere di rimettere i peccati è stato dato da Gesù agli apostoli e quindi alla Chiesa.

Infatti un certo giorno ci sarà la resurrezione della carne (come è già successo per Cristo), e una volta risorti avremo la vita eterna nel regno dei Cieli solo se ne saremo stati giudicati degni nel giudizio particolare (giudizio che Dio fa a ciascuno di noi all'atto della morte). Se saremo stati giudicati indegni saremo condannati all'Inferno stato dell'assenza di Dio (che per un morto è la sofferenza più atroce) (nel Vangelo viene chiamata Geenna del fuoco inestinguibile e ad essa sono condannati tutti quelli morti da peccatori che non sono quelli che fanno i peccati ma quelli che amano i peccati, come ha detto la Madonna a Santa Bernadette [esplicitamente ha detto di pregare per i peccatori, spiegando quanto sopra esposto]). Quelli infine che saranno stati giudicati degni, ma da purificare, passeranno al Paradiso ma dopo essere stati in Purgatorio che non deve essere una realtà che ci spaventi; infatti, analogamente al fatto che ciascuno di noi è contento (anzi lo paga) di andare dal dentista per essere messo in ordine, e, come esiste la sofferenza dal dentista che prelude ad una bocca più dignitosa e ben curata, così esiste il Purgatorio che realizza una purificazione del nostro spirito e non ci deve spaventare perché è per un nostro futuro migliore e più vicino a Dio.

Come il Giudizio Particolare ci sarà il Giudizio Finale con lo stesso esito per ciascuno di noi di quello del particolare, ma durante il quale verrà giudicata anche la Storia e il Mondo nella sua globalità.

Comunque Paradiso, Purgatorio, e Inferno non sono probabilmente tre luoghi ma tre stati di vita.


4)
GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DIO, SALVATORE DEL MONDO

 

Il Figlio di Dio si è incarnato in Maria non per opera di uomo (Giuseppe era solo il padre putativo [dal latino putare che significa ritenere, in altre parole non era il padre naturale ma era ritenuto tale]) ma per opera dello Spirito Santo (Lc. 1,39-45) e quindi l'umanità si è salvata anche perché Maria ha detto "si" a quella proposta dell'angelo (quella della maternità per opera dello Spirito Santo) che in quel momento era per lei sicuramente difficile da capire; quindi è stata accettata per fede.

Maria non aveva conosciuto uomo ed era vergine, poi, in seguito al parto, Dio l'ha conservata vergine, quindi la Chiesa confessa la sua verginità reale e perpetua cioè anche dopo il parto non ha avuto rapporti con Giuseppe.

Probabilmente aveva deciso ciò fin da ragazzina: cioè di adempiere ad un voto fatto di rinunciare alla maternità per ottenere che Dio accelerasse il momento della venuta al mondo di suo Figlio. Voto ancora più grande perché, così, secondo il modo di vedere le cose in quel momento, rinunciava alla possibilità (ambita da tutte le altre donne di quel tempo) di partorire il profetato Salvatore.

Possiamo dire che ci sia stata una gara tra lei nell'umiliarsi rinunciando a tutto (vedi, per esempio, la possibilità di essere madre) e Dio nell'esaltarla.

Dio le ha concesso il dono di essere l'Immacolata Concezione, cioè l'unica persona nata senza il peccato originale e, poiché non ha mai peccato, è stata esentata dall’annullamento della morte (Gn. 3,3). In effetti oltre a Gesù, solo lei attualmente è in Paradiso anima e corpo.

Gesù Cristo era una persona che aveva contemporaneamente due nature: quella divina quella umana. Come uomo aveva un corpo e un anima e in più, per la sua figliolanza divina aveva anche la divinità.

Lo scopo di tutta la sua vita è stato quello di rivelarci il Padre, [egli afferma: "Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gv. 14,9)] per questo possiamo dire con il "Catechismo" che: "ciò che era visibile nella sua vita terrena condusse al Mistero invisibile della sua filiazione divina e della sua missione redentrice".

Oltre a questo compito, Gesù ha adempiuto alla missione, affidatagli dal Padre, di redimerci mediante la sua Passione, che avendo un valore infinito (lui, è Dio e, pur essendo innocente, ha patito ed è stato ucciso) ci ha comunicato il perdono del Padre per tutte le nostre colpe. Tutto ciò è avvenuto perché il Padre tanto ci ama che non ha esitato a sacrificarlo per noi.

Gesù, non dando alcuna importanza ai valori terreni, ha accettato di venire al mondo in una capanna, povero (Lc. 2, 7), vivendo poi, come tutti gli ebrei del suo tempo, tutte le incombenze: la dedicazione al Padre (Es. 13, 1-2), la circoncisione (Gn. 17, 9-10 e Lc.2, 21)), l'obbedire da piccolo ai genitori (Es. 20, 12), il lavoro, ha accettato anche di farsi battezzare (battesimo di purificazione di valore diverso dal battesimo cristiano Mt. 3,13-17) e di farsi tentare (come uomo) (Mt. 4,1-11).


Gesù Cristo patì sotto Ponzio Pilato (fu frustato (Mt. 27,26), beffeggiato e sottoposto a numerosi altri oltraggi (Mt. 27, 27-31) (trattato con violenza come un povero mentecatto che vuole illuderci di essere Dio)), fu crocifisso (Mt. 27,35) (oggi si direbbe fu sottoposto alla pena capitale), morì (Mt. 27,50) e fu sepolto (Mt. 27,60).

Come dice san Paolo "Dio l'ha fatto peccato per noi" che vuol dire che il Padre ha accettato che il Figlio sopportasse liberamente tutto e soffrisse tutto per scontare i nostri peccati. Ben sapendo ciò che gli sarebbe capitato il giorno seguente ed anzi avendolo scelto liberamente, ha passato la notte in agonia nel Getsemani sudando sangue per l'angoscia (Lc. 22,44).

In conseguenza della crocifissione, seguita alle torture precedenti, mori e fu sepolto e non accadde, come dicono alcuni sbagliando, che non morì ma svenne soltanto o cadde in deliquio o in catalessi o in coma per poi riprendersi tre giorni dopo.

A proposito della sua morte è opportuno citare le misteriose parole da lui pronunciate "Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?" (Mt. 27,46 e Mc. 15,34). Tutto sommato tali parole non sono poi così misteriose perché, benché esprimesse con esse l'apparente abbandono di Dio e l’angoscia della solitudine, voleva mostrarci che gli uomini, quando insistono nel peccato e si allontanano da Dio e lo abbandonano, nulla possono costruire e in ciò che ne risulta, sembra che Dio li abbia abbandonati, in ogni caso citando in aramaico (lingua con la quale tra l’altro si pregava) il salmo 22 ha voluto farci capire che quel salmo era una "fotocopia" di ciò che stava accadendo in quel momento. E come se Gesù ci avesse detto "Vedete, già anche il salmo parlava di me e di questo momento”; ma, come dice il salmo, “il Padre non mi abbandonerà in balia della morte”.

Dicendo "Tutto è compiuto" ha voluto poi esprimere la consapevolezza di aver realizzato completamente il disegno di Dio per la salvezza del mondo (Gv. 19,30). Una volta morto, come dice anche il Credo, discese agli inferi con la sua anima e la sua divinità.

Col termine "inferi" non si intende l'inferno ma quello che era il regno dei morti, o come veniva chiamato nel passato, lo shéol che è il luogo o lo stato dove finivano tutti i morti (punto 637 pagina 177).

Ma il terzo giorno (la domenica di Pasqua) (Lc. 20) è risuscitato dai morti, nel senso che ha riacquistato un corpo fisico ma con prerogative diverse, infatti per questo corpo non valgono più le leggi fisiche che valgono per noi, tanto che S. Paolo è molto chiaro nella 1a Corinzi cap. 15 versetti 35-53. Comunque, per fare un esempio, una volta risuscitati, (perché oltre a Cristo risusciteremo anche noi) potremo mangiare, ma non ne avremo (come succede oggi) la necessità.

Che Cristo sia resuscitato è un fatto che hanno potuto testimoniare in molti che lo hanno visto e possiamo dire che la Risurrezione è opera della S.S. Trinità; orbene questa sua risurrezione, che precede la nostra, è la conferma della necessità e dell'utilità di seguire Gesù conformandosi ai suoi insegnamenti (perché ciò, oltre a farci vivere bene in questa vita, ci prepara per quella futura da risorti).

Dopo 40 giorni Gesù è salito al cielo ove siede nella gloria di Dio alla destra del Padre.

Alla "fine del mondo" (A tale proposito, allacciandomi a certe presunte rivelazioni, cito il Vangelo di Marco (Mc. 13,32) “Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli del cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre”) Gesù tornerà su questa terra per giudicare i vivi e i morti in modo che tutto sia a Lui sottomesso.


5)
LA CHIESA

 

Come abbiamo già visto dal Padre al Figlio e dal Figlio al Padre procede lo Spirito Santo che quindi è Amore non solo tra i Due ma anche verso di noi, in quanto il Figlio è generato proprio come Parola del Padre, perché il Padre ci ama (cioè Dio Padre ha generato il Figlio come sua Parola perché per amore verso di noi ha voluto che conoscessimo il Padre, per il nostro bene).

Lo Spirito Santo è anche detto Paraclito (che vuol dire "colui che è chiamato vicino"), Consolatore, Spirito di Verità, o Spirito di Dio, o Spirito di Cristo.

La Pentecoste celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli nel Cenacolo (Atti cap. 1 e 2).

Dio è amore (1 Gv. 4,8.16) e l'Amore (cioè lo Spirito Santo) è il primo dono che Dio ci fa ed edifica, anima e santifica la Chiesa. (punto 747 pag. 205).

La Chiesa è Santa, Cattolica, Apostolica.

Possiamo dire che la Chiesa è la comunione di tutti i battezzati ed essa è stata preparata già nell'antico testamento con la vocazione di Abramo. (Genesi cap. 12 e segg.) ma è stata istituita da Gesù. Essa però è stata manifestata dallo Spirito Santo nel senso che da Lui ha acquistato forza e vigore superando tutte le persecuzioni. È lo Spirito che dà la capacità di crescere e rinforzarsi anche nei tempi difficili.

La Chiesa è l'insieme visibile e spirituale di tutti i cristiani ed è il mistero dell'unione degli uomini con Dio.

La Chiesa è il popolo di Dio, il corpo di Cristo, il tempio dello Spirito Santo; essa, oltre ad essere Comunione con Gesù, è il suo Corpo nel senso che è unificata in Lui cioè è il suo strumento espressivo. E, come dice S. Paolo (Gal. 3, 27-28), i Cristiani, appartenendo alla Chiesa, sono uno in Gesù e formano un solo corpo, e capo di questo corpo è Cristo.

In pratica la Chiesa è sposa di Cristo, nel senso che due sono sposi quando sono una sola carne (Gn. 2,23).

La Chiesa è Tempio dello Spirito Santo.

La Chiesa deve essere una (Gesù prega "ut unum sint" cioè "affinché siano una cosa sola") perché non ha senso che i Cristiani, che hanno il compito di essere più vicini a Dio, siano poi discordi cioè non uniti tra loro. Essi, in pratica, devono essere tutti vicini e concordi col Papa che è il successore di S. Pietro a cui Gesù ha affidato il compito di essere il fondamento della Chiesa.

La Chiesa è santa, infatti poiché è sposa di Cristo DEVE anche essere santa come Cristo è santo.

Santo vuol dire "conforme alla volontà del Padre".

Ma la Chiesa ''deve impegnarsi ad essere santa'' oppure ''è santa''?

La Chiesa è santa perché è sorretta da sempre in questo compito dallo Spirito Santo.


La Chiesa deve essere anche cattolica che vuol dire "Universale" cioè deve essere rivolta verso tutti e desiderare tutti.

Tutti i Cristiani, che sono i battezzati, devono appartenere alla Chiesa Cattolica, e teniamo presente che fuori della Chiesa non c'è salvezza, infatti quelli che, senza colpa, sono fuori dalla Chiesa chiaramente si salvano, ma perché, quando muoiono, Dio li porta all'interno della Chiesa.

Chiaramente, poiché solo nella Chiesa c'è salvezza, è dovere di tutti i Cristiani portare Cristo a tutti i fratelli (Chiesa missionaria) (Mt. 28, 19-20).

Inoltre la Chiesa è apostolica perché è fondata sugli Apostoli i quali hanno ricevuto da Gesù il compito di andare a predicare (Mc. 3,13-14) e questo compito è stato trasmesso non solo ai missionari ma a tutti i cristiani.

Tutti noi abbiano il compito di annunciare Cristo dappertutto: in casa, in ufficio e in ogni altro luogo, quindi quando si parla di apostolato della Chiesa si intende questa missione.

Oggi nella Chiesa i vescovi sono i successori degli apostoli.

Anche la Chiesa ha una costituzione gerarchica: il capo è il Papa (Mt. 16, 18-19), poi seguono i vescovi e i sacerdoti e i diaconi poi esistono i fedeli laici i quali pur non essendo stati chiamati al sacerdozio ministeriale condividono il sacerdozio comune che, in forza del battesimo, li rende seguaci e testimoni di Gesù nel mondo.

Cioè, pur vivendo la loro vita in incombenze di questo mondo, devono viverla in Gesù, con Gesù, per Gesù.

Una realtà molto importante è la comunione dei santi. Per essere più chiaro cercherò di spiegarmi con un esempio.

Supponiamo che, per un qualche motivo, qualcuno mi dia molto denaro.

Ebbene tale somma, come è evidente, non la terrò solo per me ma ne farò partecipe anche i miei familiari che, solo perché tali, potranno usufruirne.

Il primo caso di comunione dei santi è quello degli infiniti meriti ottenuti da Cristo che vengono elargiti anche a noi.

Analogamente, quando un cristiano ottiene da Dio dei benefici spirituali per i suoi meriti, anche tutta la Chiesa ne è partecipe.

Maria è la madre di Gesù, nel senso che Gesù ha avuto un corpo per mezzo di Maria che lo ha concepito per opera dello Spirito Santo, ma lei non si è limitata a dargli solo un corpo ma gli ha dato anche un'educazione quando era piccolo e lo ha seguito nel cammino del Calvario soffrendo immense pene molto simili a quelle di suo figlio (vedere un figlio torturato e massacrato così è una sofferenza terribile ancora di più sapendolo innocente e sapendo che era venuto al mondo per questo) e per questo è chiamata corredentrice ed è stata premiata da Dio essendo l'unica persona concepita senza peccato originale (è detta e si è definita Immacolata Concezione) e non avendo mai peccato è stata assunta in cielo anima e corpo nel senso che attualmente ha un corpo ed è viva (Gn. 2, 17). (In altre parole, Dio ben sapendo ciò che lei avrebbe fatto in vita, l'ha preventivamente concepita senza peccato originale).

È chiamata anche madre della Chiesa e quindi madre nostra.

La Liturgia non è soltanto la celebrazione del culto divino, ma anche l'annuncio del Vangelo e della la carità in atto.


La Liturgia è anche partecipazione alla preghiera di Cristo ed è intrinsecamente legata alla catechesi.

La Liturgia nasce dal Padre e tende al Padre ma è sostenuta dallo Spirito Santo che, preparandoci ad accogliere Cristo, ce ne ricorda ed attualizza il suo mistero. (pag. 295).

 



6)
I SACRAMENTI

 

La Chiesa ha istituito sette Sacramenti: Battesimo, Confermazione, Eucarestia, Penitenza, Unzione degli infermi, Ordine, Matrimonio.

Tutti e sette sono stati istituiti da Gesù ed imprimono nel cristiano un Carattere o una Forza.

Esaminiamoli adesso separatamente uno dall'altro.

 

 

Il Sacramento del Battesimo

 

Il Battesimo è il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l'acqua e la Parola. Esso usa questo termine perché la parola baptizein in greco significa tuffare o immergere.

Esso ottiene che, lavati in quell'acqua benedetta, ci laviamo dal male che c'è in noi (per gli infanti le conseguenze del peccato originale).

Oggi il Battesimo viene dato ai bambini nati da pochi giorni anche se, per la loro età, sono incapaci di intendere e volere perché, oltre ai genitori, esiste un adulto che, in caso di decesso dei genitori, si assuma la responsabilità di far crescere il bambino nella dottrina cristiana (il Padrino).

Perché il Battesimo viene dato ai bambini così piccoli che non sanno capire e non possono decidere liberamente se essere cristiani o meno?

Per lo stesso motivo per cui si da allo stesso bambino, che non può deciderlo, una medicina che lo guarisca nel corpo: non è assai più importante guarire nell'anima?

Il Battesimo viene dato anche agli adulti per qualche motivo non ancora battezzati. In entrambi i casi oltre al contatto con l'acqua benedetta (per infusione o per immersione) vengono anche fatti i seguenti gesti: il segno della croce, l'annunzio della Parola di Dio, il rito essenziale del Battesimo, l'unzione col sacro crisma, viene data una veste bianca segno che il battezzato si è rivestito di Cristo, viene infine data una candela che significa che tutti i battezzati sono luce del mondo.

Tutti possono battezzare e in caso di necessità anche un non battezzato può battezzare. Il Battesimo ci fa entrare nella Chiesa e, come sappiamo, solo i battezzati potranno entrare a far parte del regno di Dio.

Per quanto riguarda i morti senza Battesimo la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio.

I due effetti principali del Battesimo sono la purificazione da tutti i peccati e la nuova nascita nello Spirito Santo, in pratica il Battesimo ci fa membra del corpo di Cristo, quindi costituisce il vincolo sacramentale dell'unità dei cristiani.

Il sacramento della Confermazione (o Cresima)

Insieme al Battesimo e all'Eucarestia il sacramento della Confermazione forma i sacramenti dell'iniziazione cristiana.

Nell'antichità, nelle gare sportive di lotta, un lottatore prima di gareggiare si ungeva di olio per riuscire meglio nel combattimento.

Analogamente, il segno di tale sacramento col quale riceviamo dallo Spirito Santo la forza di lottare contro il male che c’è in noi e nel mondo nel quale dobbiamo vivere, è l'olio benedetto col quale siamo unti: in pratica si riceve il sigillo dello Spirito Santo.

Tutto ciò che di bene riusciremo a fare nella nostra vita sarà merito dello Spirito Santo che ci aiuterà a combattere il male che incontreremo.

Tutti i battezzati non ancora cresimati possono ricevere tale sacramento che può essere dato solo dal vescovo o da chi è da lui incaricato.

 

Il sacramento dell'Eucarestia

 

Come nell'antichità gli Ebrei erano stati liberati dall'oppressione del faraone dopo aver celebrato la Pasqua, che allora consisteva tra l'altro nel mangiare un agnello e aspergere lo stipite della porta col sangue di questo agnello, (Es. 12, 1-14), analogamente noi possiamo essere liberati dall'oppressione del peccato (oppressione molto più grande di quella del faraone) nutrendoci del corpo e del sangue dell'agnello pasquale che è Gesù, in quanto Lui stesso compie il miracolo, ad ogni Consacrazione, di trasformare il pane nel suo corpo e il vino nel suo sangue pur rimanendo intatta l'apparenza delle due specie.

Quindi ogni volta che, durante la Messa, vengono consacrate le due specie noi celebriamo il memoriale della Pasqua (dove memoriale non è il ricordo ma vuol dire "rivivere").

Quindi l'Eucarestia è fonte e culmine della vita ecclesiale.

Solo chi mangia il Corpo e beve il Suo sangue avrà la vita eterna (Gv. 6,48-51).

L'Eucarestia possono riceverla tutti i Cristiani battezzati, che non siano in peccato mortale e che siano consapevoli e pensino a chi vanno a ricevere e che siano in regola con le norme del digiuno eucaristico.

Solo la Confessione può donarci il perdono di Dio (cancellandoci i peccati mortali); per quanto riguarda i peccati veniali, pur avendone, si può fare la Comunione egualmente ma è opportuno almeno chiederne perdono a Dio o confessarli e la Comunione stessa li cancella.

Faccio inoltre presente che come la morte dei primogeniti ha preceduto la Pasqua ebraica (Es. 12, 29-34), così la morte del Primogenito Figlio di Dio ha preceduto la Pasqua cristiana.

 

Il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione

Gesù ha ribadito più volte l'importanza del perdono; benché uno sia stato offeso anche gravemente, ha il dovere di perdonare.

Il non perdonare è già di per sé una colpa; ciò premesso, Dio è il più offeso dalle nostre mancanze (Mt. 18,23-35) ma ci perdona di cuore. Però da parte nostra occorre un vero pentimento che non è perfetto se non è accompagnato dall'impegno di non sbagliare più.

Per rendere concreta questa disponibilità di Dio a perdonarci (perché è l'unico che può perdonare i peccati (Mc. 2,3-7)) c'è il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione dove, essendo Dio che ci perdona, dobbiamo confessargli tutti i nostri peccati e per far questo ci dobbiamo rivolgere a chi in quel momento lo rappresenta (il prete confessore).

È bene, oltre a quanto sopra, tenere presente che ci purifichiamo con la penitenza interiore che, per esempio, si può esprimere con rinunce quali, per esempio, il digiuno, la preghiera e l'elemosina che, oltre tutto, sono una misura del nostro impegno di purificazione.

Per fare una buona Confessione occorrono preliminarmente la contrizione, l'impegno a non ricommettere più i peccati, specialmente quelli commessi, poi la confessione dei nostri peccati (almeno quelli “mortali" cioè i più gravi, ma è meglio anche quelli veniali) e la soddisfazione [cioè quello che può essere fatto per riparare al male commesso sia verso gli uomini (p. es. restituendo i soldi rubati, risanando le ferite, ecc.) che verso Dio].

Benché l'offesa a Dio abbia valore immenso, di solito il confessore si limita come soddisfazione ad una penitenza: oltre a comandarci di riparare il male arrecato agli altri uomini ci chiede anche una preghiera.

Il ministro di questo sacramento è il sacerdote.

 

L'indulgenza è un dono che fa la Chiesa: in effetti per tutti i peccati perdonati, come abbiamo visto, ci attende il Purgatorio per risanarci dalle conseguenze dei nostri sbagli.

Acquistare p. es. tre anni di indulgenza è come dire che io farò meno Purgatorio come se in questa vita avessi fatto tre anni di penitenza.

Come è possibile?

È facilmente comprensibile tenendo presente che in questo caso la Chiesa può attingere con la Comunione dei Santi (vedi sopra) a quel tesoro che si è fatto con le rinunce, i sacrifici, le sofferenze degli altri.

Comunque come tutti i sacramenti il sacramento della Penitenza e un'azione liturgica.

Tutto quanto detto sul sacramento della Penitenza diventa più chiaro esaminando le parole di Gesù "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi". (Gv. 20,22-23).

Il sacramento dell'unzione degli infermi

Con tale sacramento si compie un'unzione sugli ammalati e li si raccomanda al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi certamente nello spirito e se è nei suoi disegni anche nel fisico.

Anzi con tale sacramento li si esorta a unirsi spontaneamente alla passione e morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio. Mentre in passato si soleva dare tale sacramento agli ammalati in imminente pericolo di vita, adesso l'atteggiamento della Chiesa è di dare tale sacramento a chiunque sia colpito da una malattia grave. Tale sacramento può essere dato più volte alla stessa persona e rappresenta un dono particolare dello Spirito Santo e unisce la malattia di quella persona alla passione di Cristo.

E se l’infermo esprime o aveva espresso l’intenzione di chiedere perdono a Dio per i suoi peccati, questo sacramento, se un malato non è in condizione di confessarsi, ci fa perdonare da Dio ogni male.

Il viatico è la comunione data sul letto di morte ad un cristiano.

 

Il sacramento dell'Ordine

 

È il Sacramento che perpetua la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli, comporta tre gradi: il diaconato, il presbiterato e l'episcopato. In ogni caso, a qualunque dei tre gradi uno acceda, è il vescovo ad impartire tale sacramento.

Ai sacerdoti cattolici la Chiesa chiede il celibato, tra l'altro secondo le parole del Vangelo di Matteo (19, 10-12).

Il primo sacerdote è stato Cristo prefigurato da Melchisedech (Gn. 14,18) e dal suo sacerdozio è stata generata la Chiesa.

 

Il Sacramento del Matrimonio

 

"Non è bene che l'uomo sia solo" (Gn. 2,18). Per questo motivo Dio ha istituito il matrimonio che è un'unione di aiuto tra l'uomo e la donna, in conseguenza della quale ne derivano vari altri doveri, tra i quali quello della prole (Gn. 1,28).

Dal peccato conseguono alcune conseguenze tra cui "i dolori del parto" (Gn. 3,16) e il lavoro "con il sudore del tuo volto" (Gn. 3,19). Come detto da Gesù (Mt. 19,3-9) il matrimonio non può essere sciolto se non dalla morte di uno dei due sposi. Comunque, perché un matrimonio sia valido, occorrono alcune condizioni (p. es. che sia libero e non abbia impedimenti secondo certe regole).

Sempre collegandosi a quanto detto da Matteo (Mt. 19,3-9) la Sacra Rota non scioglie un matrimonio, al più lo dichiara nullo (cioè mai esistito) perché all'atto della celebrazione non erano presenti tutte le condizioni per la sua validità.

In ogni caso il matrimonio deve essere aperto alla fecondità (Gn. 1,28).

 

Oltre ai già visti Sacramenti, esistono anche i Sacramentali che sono dei segni sacri per mezzo dei quali, con una certa similitudine ai sacramenti, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali.

Tra i sacramentali si possono nominare le benedizioni e gli esorcismi.


7)
LA MORALE CRISTIANA

 

Come abbiamo visto l'uomo è ad immagine di Dio e quindi è evidente il suo desiderio di beatitudine.

Comunque l'uomo è libero, e questa libertà porta anche una responsabilità, nel senso che le azioni dell'uomo possono essere buone o cattive: cattive sono quelle che non soddisfano anzi si oppongono alle richieste di Dio, buone le altre. Comunque per giudicare se una nostra azione sia buona o cattiva abbiamo la coscienza morale che è la nostra capacità di esaminare se la nostra azione è conforme o difforme a ciò che Dio ci ha comandato.

L'uomo nella sua vita deve avere delle virtù e per rinforzarsi in esse riceve dei doni dallo Spirito Santo.

Le virtù umane sono delle attitudini ad agire in un certo modo: esse sono chiamate virtù cardinali (prudenza, fortezza, giustizia, temperanza) e virtù teologali (fede, speranza, carità). Attenzione alla carità (1a Cor. 13,1 - 13)!

Allo scopo di aiutarci nella nostra vita, lo Spirito Santo ci elargisce sette doni: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timore di Dio.

 

Il peccato è un'offesa a Dio, oltre a danneggiare noi stessi o altri uomini (p. es. se rubo faccio un torto al derubato) danneggia specialmente i nostri rapporti con Dio e lo offende.

Noi abbiamo la capacità di riconoscere i nostri peccati e inoltre possiamo benissimo evitarli infatti come dice la Genesi parlando del peccato (traduzione delle Edizioni Paoline con "imprimatur" del 1958) (Gn. 4,7) "Se tu fai bene, forse non potrai tenere alta la testa? Mentre se fai male, il tuo peccato non ti sta forse alla porta per lanciarsi su dite? Le sue brame sono rivolte a te, ma tu puoi dominarlo!".

I peccati sono di due tipi: il peccato veniale (offesa a Dio in forma non grave) ci rende l'anima opaca e non splendente ma è in cosa non grave e può essere perdonato semplicemente con una contrizione; il peccato mortale invece "uccide" (per questo si chiama mortale) la nostra anima che può essere perdonata solo con una confessione o il battesimo (se uno non l'ha ancora ricevuto e non in altri modi).

Per quanto riguarda i vari peccati e Dio che li perdona attenzione a non bestemmiare contro l'Amore di Dio (lo Spirito Santo) (Mc. 3,29)!

Nel Vecchio Testamento esisteva una Legge che era un insieme di numerosissimi obblighi, nel Nuovo Testamento la Legge è tutta condensabile nel comandamento dell'amore (Mt. 22, 37-39):"Ascolta, Israele, il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza" e "Amerai il prossimo tuo come te stesso".


La Chiesa ci è madre e maestra perché tutto quello che ci chiede è per la nostra salvezza e per far questo, per aiutarci, vuole che noi rispettiamo i suoi cinque precetti.

 

1) Partecipare alla messa la domenica e le altre feste comandate.

2) Confessarsi almeno una volta all'anno.

3) Comunicarsi almeno a Pasqua.

4) Santificare le feste comandate.

5) Osservare il digiuno e l'astinenza nei giorni prescritti.

 


8)
I COMANDAMENTI E LA PREGHIERA

 

Esaminiamo adesso i dieci comandamenti che già esistevano prima della venuta di Gesù col nome di decalogo (Es. 20, 1-21).

 

1)    Io sono il Signore tuo Dio; non avrai altri dei fuori di me.

Purtroppo oggi si tende ad avere molto spesso e subdolamente altri dei p. es. la macchina, il lavoro, la televisione etc.

 

2)    Non pronunciare il nome di Dio invano.

Oltre ad un uso spregiudicato del nome di Dio, c'è anche la bestemmia e in particolare la bestemmia contro lo Spirito Santo. (vedi sopra).

 

3)    Ricordati di santificare le feste.

Che non vuol solo dire "andare a Messa la domenica" ma anche, almeno nei giorni di festa, ricordare e onorare Dio ed occuparsi delle cose che lo riguardano.

 

4)    Onora il padre e la madre.

Da qui cominciano i comandamenti che riguardano azioni verso gli uomini e poiché sono in ordine di importanza questo, che è il primo, è il più importante.

 

5)    Non uccidere.

"Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio "(Mt. 5,21-22). Ricordo solo che tra gli omicidi sono anche compresi l'aborto, l'eutanasia e il suicidio.

 

6)    Non commettere adulterio.

"Avete inteso che fu detto "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. (Mt. 5,28)".

 

7)    Non rubare.

"Né ladri, né avari, né rapaci erediteranno il regno di Dio (1a Cor. 6,10)".

 

8)    Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

"Una colpa commessa contro la verità esige riparazione".

 

9)    Non desiderare la donna d'altri.

"Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Mt. 5,28)".

 

10) Non desiderare la roba d'altri.

"Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore (Mt. 6,21)".


Parliamo ora di una cosa molto importante per il cristiano: la preghiera.

La preghiera può assumere due aspetti, il primo meno qualificato del secondo: parlare a Dio il primo e parlare con Dio il secondo.

Nel secondo caso Dio ti risponde, ma non bisogna pensare che ci risponda parlandoci nel senso tecnico del termine.

ll più delle volte le sue parole o più precisamente le sue manifestazioni sono come il "vento leggero" che preciseremo più avanti; Dio parla solo a chi sa capire e riconoscere questo "vento leggero".

Anche Gesù pregava cioè parlava col Padre, il Vangelo dice che molte volte si ritirava sul monte a pregare, d'altra parte anche il Padre parlava col Figlio (p. es. Gv. 11, 41), ma la Preghiera in assoluto più grande che si scambiano Padre e Figlio è l'Amore cioè lo Spirito Santo.

"Insegnaci a pregare" hanno detto i discepoli (Lc. 11,1) allora Gesù ha insegnato il "Padre nostro" che è la preghiera per eccellenza perché insegnata da Gesù e che contiene sette richieste: tre verso Dio e quattro verso gli uomini, in pratica si dice che è la sintesi di tutto il Vangelo.

Il "Padre nostro" rappresenta il modo più concreto di parlare a Dio.

 

CONCLUSIONI

Esaminiamo infine due brani della Bibbia: il primo è dal capitolo 19 del Primo Libro dei Re.

Qui Elia incontra Dio, ma non dobbiamo pensare che Elia veda Dio presentarglisi con eventi impetuosi o sconvolgenti. Dio si presenta ad Elia (ma sempre così si presenta anche a noi) come un vento leggero, come dicevo sopra, e come Elia sa riconoscerlo in questo vento, così anche noi dobbiamo saper leggere in cose minime, apparentemente insignificanti a causa della nostra superficialità, il Suo intervento e la sua presenza.

Un altro brano molto bello è la lettera alla Chiesa di Laodicea nell'Apocalisse (Ap. 3,14_21): molte volte il nostro essere Cristiani è, come descritto qui, molto tiepido, cioè facciamo meno cose possibile per mettere a tacere la nostra molto sopita coscienza. Ma questo atteggiamento viene definito qui molto peggio dell'essere freddi cioè completamente staccati dalle opere di Dio.

Teniamo presente, per il nostro bene, che vale l'affermazione "Io (Gesù) tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo" che vuol dire che, per amore, Dio ci rimprovera e ci castiga, quindi i dolori e le sofferenze cui siamo sottoposti non devono indurci a lamentele ma dobbiamo ringraziare perché sono un dono di Dio per un nostro miglioramento, [Unica eccezione è la Madonna, che, come dicevo prima, per le sue sofferenze (nonostante fosse senza peccato e quindi esentata da rimproveri e castighi (Gn. 3, 16-19)) è chiamata corredentrice.].

Tuffo quanto è detto in queste pagine rappresenta in sintesi il contenuto di tutta la dottrina cattolica che noi non soltanto dovremmo conoscere in maniera approfondita ma anche dovremmo far diventare nostra fonte di vita in Dio, in modo da poter dire a Dio come Giobbe (Gb. 42,5) "io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono".

 

Milano, 22.11.99